La scelta del rito: civile o religioso

Civile, religioso o misto

La legge italiana, in base agli accordi stipulati nel 1929 con il Vaticano, stabilisce la possibilità di contrarre 3 tipi di matrimoni:

  • matrimonio civile, celebrato da un ufficiale di Stato civile;
  • matrimonio religioso o concordatario celebrato da un sacerdote cattolico o da un rappresentante di un’altra religione;
  • matrimonio misto contratto tra una parte cattolica e una non cattolica.

E’ possibile anche celebrare un matrimonio all’estero, purché l’atto venga trascritto entro 5 giorni nel registro dello Stato presso l’Ambasciata o il Consolato italiano.

Qualsiasi sia il rito prescelto, lo Stato Italiano pone delle restrizioni alla celebrazione del matrimonio. In particolare è necessario:

  • essere maggiorenni o aver compito 16 anni ed aver ricevuto l’autorizzazione dal Tribunale dei Minori;
  • godere di buona salute fisica (ovvero non essere affetto da malattie di cui il partner non ne sia a conoscenza) e mentale (capacità di intendere e volere);
  • non essere vincolati da precedenti matrimoni;
  • non essere dello stesso sesso;
  • che la coppia non sia già legata da rapporti di parentela.

Il matrimonio religioso (cattolico)

Unica possibilità fino a pochi anni fa, oggi il matrimonio cattolico è una scelta consapevole che la coppia decide di fare.
Ci vogliono almeno 6 mesi per preparare i documenti necessari a celebrare il rito; tempi destinati a dilatarsi, qualora i due fidanzati dovessero scegliere una parrocchia diversa dalla propria.

Una volta scelta la parrocchia dove verranno affisse le pubblicazioni di nozze, la coppia è chiamata a frequentare un corso prematrimoniale. Il corso ha la durata di 2 mesi ed è strutturato in una decina di incontri tra la coppia di fidanzati e il parroco. Gli incontri hanno lo scopo di cercare di capire il significato del matrimonio e il senso della nascita di una nuova famiglia in un’ottica cattolica.

Novanta giorni prima della data di celebrazione del matrimonio, i futuri sposi formulano davanti al sacerdote la loro promessa di matrimonio. In quell’occasione la coppia dovrà presentare:

  • il certificato di battesimo;
  • il certificato di cresima;
  • il certificato contestuale da richiedere presso il Comune di residenza.

Dopo il giuramento, il parroco prepara le pubblicazioni religiose e da alla copia i documenti necessari per esplicare le formalità in sede civile. Quindi al parroco della chiesa prescelta verrà consegnata tutta la documentazione autenticata dalla Curia e, a questo punto, potrà rilasciare il “consenso religioso” e confermare la data di celebrazione del matrimonio.

Il matrimonio civile

Il rito civile prevede un iter burocratico che negli ultimi anni si è notevolmente snellito. Solitamente, circa 2 mesi prima della celebrazione del matrimonio, la coppia si reca presso l’Ufficio di Stato Civile del Comune di residenza di uno dei due, per sottoscrivere la richiesta di pubblicazioni.

In questo caso i futuri sposi dovranno presentare:

  • il certificato di nascita;
  • il certificato contestuale (cittadinanza, residenza e stato);
  • l’eventuale certificato di divorzio o atto di morte se uno dei due è divorziato o vedovo.

Sarà quindi il Comune a contattare la coppia per fissare la data del giuramento di matrimonio, a seguito del quale verranno affisse per otto giorni le pubblicazioni di nozze nei Comuni di residenza degli sposi.

Se non sussistono impedimenti, terminato il tempo delle pubblicazioni, l’Ufficiale di Stato Civile rilascia il “nulla osta” e la coppia potrà celebrare il matrimonio entro 180 giorni, pena la perdita di validità dei documenti presentati. Il matrimonio verrà celebrato davanti all’Ufficiale di Stato Civile, alla presenza di due testimoni.

Il matrimonio misto

Il matrimonio “misto” avviene quando il rito viene celebrato tra un cattolico e un non cattolico. La cerimonia si svolge in Chiesa ma, ovviamente, il coniuge non cattolico non partecipa all’eucarestia e non formula le frasi tipiche del matrimonio.

Il matrimonio “misto” venne introdotto nel 1970 da Papa Paolo VI con la lettera apostolica “Matrimonia Mixta”. Per la prima volta la Chiesa sancì la possibilità di trovare un punto di contatto tra il mondo cattolico e il mondo non cattolico. Per l’epoca si trattò di una vera e propria rivoluzione per la dottrina cattolica che di fatto ammetteva le unioni miste, pur sconsigliandole in nome dell’integrità della famiglia cattolica.